Quello di Arese è l’esempio e l’esperienza più luminosa di “Teatro Educativo”. L’Istituto Salesiano di Arese (Milano) fu affidato, nel 1955, dall’allora Card. Montini (poi Paolo VI) ai Salesiani. Era un carcere minorile ed era necessario che i giovani uscissero rieducati dalla loro condizione di emarginazione. L’equipe dei primi Salesiani intravvide nel teatro uno strumento determinante per accostarsi ai problemi di quei giovani e percorrere, con loro, un cammino di “liberazione”. “Non teatro-spettacolo, dove solo i “migliori emergono, ma un teatro nato da una ricerca, da un lavoro d’insieme, da un gioco comune, dal quale nessuno viene escluso, neppure il più timido o il più chiuso. Un teatro spontaneo, corale, che sapesse di festa, di amici-zia, di dialogo, di stare insieme. Un’alternativa al linguaggio passivo della TV, un costruire fantasia, originalità, attivamente, da protagonisti. Una forma di espressione il più vicino possibile al “teatro-totale”, coinvolgente; tutti attori e spettatori, allo stesso tempo”. In quest’area sono raccolte le numerose produzioni teatrali messe in scena in decenni di lavoro tra i “ragazzi a rischio”.